Come si mantiene vitale una lingua di minoranza di una piccola comunità, specie se questa risiede su un’isola lontana dalla terraferma? Cosa significa per i figli riscoprire una lingua ‘abbandonata’ dai genitori e quali sono le complessità della comunicazione di coppia quando l’interazione avviene nella lingua dei segni?
È su questi temi che si interroga la sezione “Piccole lingue DOC” – giunta alla sua terza edizione e organiz- zata dalla Libera Università di Bolzano laurea magistrale in Linguistica applicata e dall’Associazione culturale La Fournaise. Nel farlo, dà uno sguardo non solo a lingue parlate di antica tradizione come il basco e il bretone
in Francia o lo yonaguni in Giappone, viste dalla prospettiva, spesso conflittuale, della trasmissione intergenerazionale, ma anche alle lingue dei segni, riconosciute ufficialmente in diversi paesi solo in anni recenti. Ne emerge un quadro che rivela lo stretto legame, individuale e collettivo, tra usi linguistici, atteg- giamenti e identità, al quale si affianca infine un viaggio di finzione alla scoperta di un’ipotetica lingua “segreta”, a introdurre lo spettatore ai metodi e agli strumenti che si possono utilizzare quando si vuole documentare e rivitalizzare una lingua di cui si è persa memoria.
I film selezionati per il 2023
https://www.filmfestival.bz.it/de/filme-a-z/?filmfestivalreihe=39
https://www.filmfestival.bz.it/de/filme-a-z/?filmfestivalreihe=40
A cura di Silvia Dal Negro, Daniele Ietri, Eleonora Mastropietro e Daniela Veronesi